L’Italia detiene il record di Paese occidentale con il maggior numero di impianti. Nel nostro Paese sono presenti oltre 900mila ascensori e si stima che oltre il 30% di questi sia in funzione da più di 40 anni.
Il livello di sicurezza degli impianti italiani è particolarmente disomogeneo anche perché, come vedremo, la sicurezza degli impianti installati prima del 1999 dipende in misura preponderante anche dagli interventi volontari che i proprietari decidono o meno di compiere.
Ammodernamento e sicurezza: cosa dicono le normative
Oltre il 60% degli impianti presenti in Italia non disporrebbe di tecnologie moderne capaci di garantire agli utenti un livello di sicurezza pari a quello degli ascensori installati secondo le ultime normative.
Al fine di adeguare il livello di sicurezza degli impianti installati prima del 1999 sono stati emanati due diversi provvedimenti. Il primo è quello del Ministero delle attività produttive con data 26 ottobre 2005 e avente come oggetto il: “Miglioramento della sicurezza degli impianti di ascensore installati negli edifici civili precedentemente alla data di entrata in vigore della direttiva 95/16 CE”.
Il secondo, invece, è il DM 23 luglio 2009 che si focalizza sul “Miglioramento della sicurezza degli impianti ascensoristici anteriori alla direttiva 95/16/CE”.
La norma tecnica di riferimento, invece, è la UNI EN 81-80, menzionata anche nel testo del documento ministeriale del 16 gennaio 2006.
Per una serie di fattori che meriterebbero uno spazio di analisi più approfondito, nessuno dei decreti citati è oggi in vigore. Dunque, come già detto, ogni intervento volto a migliorare la sicurezza degli impianti installati prima del giugno 1999 è a discrezione dei proprietari.
L’importanza della manutenzione ordinaria
Quando si tratta di manutenzione ordinaria, la norma di riferimento è l’articolo 15 del DPR 162/99. Il paragrafo spiega con chiarezza quali sono gli interventi da compiere sull’impianto e con quale frequenza questi devono avvenire.
Questi compiti devono essere svolti da un tecnico specializzato che per poter intervenire sull’impianto deve essere in possesso di un particolare certificato di abilitazione.
È necessario provvedere, periodicamente e secondo le esigenze, a verificare il regolare funzionamento dei dispositivi meccanici, idraulici ed elettrici e, in particolare, delle porte dei piani e delle serrature. Bisogna poi verificare lo stato di conservazione delle funi e delle catene e provvedere alle operazioni normali di pulizia e di lubrificazione delle parti.
Sempre il manutentore deve provvedere, una volta ogni sei mesi a verificare l’integrità e l’efficienza del paracadute, del limitatore di velocità e degli altri dispositivi di sicurezza; a verificare minutamente le funi, le catene e i loro attacchi; a verificare l’isolamento dell’impianto elettrico e l’efficienza dei collegamenti con la terra e, infine, ad annotare i risultati di queste verifiche sul libretto.
Il manutentore ha anche la facoltà di fermare l’impianto qualora venga rilevato un pericolo e di comunicarlo immediatamente al proprietario o al suo legale rappresentate.
Le più comuni situazioni di rischio
L’ascensore è un mezzo di trasporto particolarmente sicuro poiché dotato di sistemi di sicurezza progettati per intervenire in maniera automatica e tempestiva.
La norma UNI EN 81-80 individua 74 situazioni di potenziale rischio che dovrebbero essere monitorate su ciascun impianto esistente.
Tralasciando in questa analisi i casi particolarmente complessi, un esaustivo quadro d’insieme dei rischi più comuni è fornito dall’elenco stilato da ANACAM, l’Associazione Nazionale Imprese di Costruzione e Manutenzione Ascensori.
Basandosi sulle statistiche degli incidenti più o meno gravi avvenuti negli ultimi anni in Italia, l’associazione ha elencato i principali fattori di rischio e gli interventi più adatti per prevenirli.
Eccoli nel dettaglio:
- Installazione di un combinatore vocale bidirezionale collegato ad un centro di soccorso. Ciò copre il rischio che persone intrappolate in cabina non vengano soccorse nel tempo più breve e nel modo migliore;
- Adeguamento della illuminazione del locale macchine;
- Installazione di un sistema di livellazione precisa al piano. Questo serve per evitare che gli utenti inciampino nell’entrare o uscire da una cabina non ben livellata al piano;
- Adeguamento degli ascensori idraulici, in modo da portarne il livello di sicurezza allo stesso conseguito sugli elettrici già col DM 587/1987 (secondo le specifiche indicazioni dell’allegato NA alle UNI EN 81-80);
- Dotazione di dispositivi (barriere optoelettroniche) a protezione delle persone durante la chiusura di porte automatiche installate prima dell’entrata in vigore delle norme della serie EN 81;
- Installazione di porte di cabina sulle cabine che ne siano attualmente ancora prive;
- Adeguamento dell’illuminazione normale della cabina e installazione di una luce di emergenza in cabina. Quest’azione potrebbe introdurre sistemi di illuminazione a basso consumo che ridurrebbero sensibilmente l’intero consumo energetico dell’ascensore.