La superficie delle metropoli occupa solo il 3% del Pineta eppure qui vi vive la metà della popolazione mondiale.
La caratteristica della città moderna è quella di essere sviluppata in verticale. E non è solo una questione di spazio: lo sviluppo delle metropoli verso l’alto ha ridisegnato il concetto di spazio sociale, con i “piani alti” simbolo di prestigio e di potere. Una scalata resa possibile anche dalle innovazioni degli ascensori, che hanno reso semplice e conveniente progettare palazzi in altezza.
La corsa verso l’alto
La nascita della moderna città verticale ha una data ben precisa. Si tratta del 1892, quando Frank J. Sprague inaugura il primo ascensore elettrico all’interno del Postal Telegraph Building di New York.
Quattordici piani da salire nel cuore di Broadway in un momento storico in cui il mercato, per i dispositivi dedicati ai passeggeri, è dominato dalla presenza di impianti idraulici.
Sprague ha però lavorato a fianco di Thomas Edison e sviluppato moderni sistemi per il trasporto elettrico su rotaia. La scommessa è quella di applicare un meccanismo simile anche al trasporto verticale, consentendo di realizzare impianti più veloci.
Da New York a Londra
Il successo dell’intuizione di Sprague è immediato. Nel 1896 ottiene l’incarico per la realizzazione di un ascensore elettrico all’interno del Park Row Building che, con i suoi 31 piani, è l’edificio più alto fino ad ora mai realizzato.
Nel 1987, inoltre, la Sprague Electric Elevator Company fondata con il socio Charles Pratt si aggiudica la commessa per installare 48 ascensori elettrici per passeggeri nella metropolitana di Londra.
Gli ascensori elettrici arrivano, dunque, anche sul Vecchio Continente, destinati a cambiare la fisionomia e il concetto di spazio delle nostre città.